Via Giacomo Matteotti, 63
Asiago (VI)
Giulia, Paolo, Enrico: tre giovani moschettieri che, una decina d’anni fa, hanno aperto questo ristorante con un’insegna coraggiosa e provocante che punta a ‘catturare’ anche i giovani. Il pane c’è, ed è molto buono, idem per la ‘ciccia’, di altissima qualità. Non ci sono però i primi piatti: sostituiti da varie e creative tapas. Poi spazio alla carne (non è questo un luogo che lusinga i vegetariani, anche se sono allo studio delle pizze che potrebbero rispondere al caso loro): manzo selezionato e lavorato con sapienti frollature dry aged (qui la maturazione va da un minimo di sette giorni fino a oltre due mesi, per sviluppare tutti gli aromi dati dalla concentrazione che solo la frollatura a secco sa dare). # Al comando dei fornelli c’è Paolo, «chef-macellaio e lievitista» come ama definirsi. Tre anni con Giorgio Damini gli hanno lasciato l’ossessione della carne perfetta. Curiosità, passione e ricerca completano l’opera. E ora i cinque piatti da podio che, secondo stagione, possono variare gli ingredienti: «La battuta al coltello», battuta di manzo con cipolla caramellata allo zucchero muscovado e Blue Stilton; «L’hamburger al piatto», hamburger con abbinamento del giorno; «La carne senz’osso o la carne in osso», ovvero tagli di carne frollati in casa serviti con patate al forno e sale Maldon; e – last but not least – il piatto più succulento: «La tagliata», magari di Wagyu dolomitico, allevato a erba allo stato brado e frollato per 78 giorni. Qualche buon dolce. # Dalla cantina una bella selezione di vini e birre; in sala, governata da Giulia ed Enrico, l’atmosfera calda delle luci e dei legni. Conto secondo fame: dai 5 euro per la semplice pizza Margherita ai 35 della tagliata. Con una avvertenza: ogni piatto è bilanciato in sapori e consistenze per cui le modifiche non sono gradite (salvo allergie o intolleranze).